Gruppo Assimoco, il consorzio assicurativo solidale CAES e Banca Etica hanno lanciato il primo Rating di sostenibilità dedicato alle imprese e agli enti del Terzo settore. Rispondendo a un questionario di una ventina di domande è possibile ottenere in pochissimo tempo una valutazione qualitativa e quantitativa sintetica per definire il proprio posizionamento sia in relazione alle macro tematiche dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, sia in rapporto ai criteri Esg (gli indicatori che permettono di analizzare l’attività di un’impresa anche sotto il profilo ambientale, sociale e di buona governance).

In base al punteggio ottenuto, inoltre, le realtà che decidono di effettuare il Rating di sostenibilità possono usufruire di servizi dedicati e condizioni agevolate sul piano assicurativo.

“Abbiamo realizzato uno strumento innovativo nel panorama assicurativo italiano che permette di aiutare imprese e organizzazioni ad adottare condotte sempre più responsabili sotto il profilo sociale e ambientale”, ha commentato Ruggero Frecchiami, direttore generale del Gruppo Assimoco.

Bastano pochi minuti per compilare online il Rating di sostenibilità e ottenere una valutazione che va da zero a cento, in funzione del profilo di responsabilità di enti e imprese con tre fasce di punteggio: basso (fino a 20 punti), medio (tra 20 e 40) e alto (sopra 40 punti). “Vi sono domande sulla governance e l’inclusione di genere, altre relative alla gestione del personale e all’attenzione rispetto alle sfide ambientali. È di fatto uno strumento consegnato nelle mani dei nostri potenziali clienti in un’ottica di totale responsabilità da parte loro, rispetto a quanto vanno a dichiarare”, spiega Elena Peverada, assistente di direzione del consorzio CAES, in un articolo pubblicato sul sito Italia che cambia.

Il Rating di sostenibilià si inserisce all’interno del progetto Eticapro, nato nel 2020 per iniziativa di Assimoco, CAES e Banca Etica, con l’obiettivo di fornire prodotti e servizi assicurativi dedicati alle realtà del terzo settore, ma anche con un preciso percorso formativo valoriale. Attraverso un giudizio sul livello di sostenibilità sui comportamenti in tema di ambiente, rapporti con la società e modello di governance e gli enti del Terzo settore possono essere spinte ad adottare condotte sempre più responsabili sotto il profilo sociale e ambientale.

Le domande sono puntuali e semplici, studiate per poter essere comprese da un pubblico di non addetti ai lavori. “L’organizzazione utilizza energia elettrica al 100% da fonti rinnovabili? Quanti lavoratori hanno un contratto a tempo indeterminato? L’Organizzazione si è dotata di strumenti per la rilevazione della soddisfazione dei clienti o degli utenti?”, sono alcuni dei semplici quesiti posti all’organizzazione che riceve immediatamente una valutazione e un documento che ne attesta il livello di sostenibilità all’interno di tre diverse fasce di merito.

A ciascuna di queste fasce corrisponde un’agevolazione economica sulla base del profilo responsabilità socio-ambientale. “Come CAES questo ci consente di raggiungere un duplice obbiettivo -continua Peverada- da un lato scardinare il concetto di ‘sconto commerciale’ sulle polizze assicurative, che crea iniquità e favoritismi. Dall’altro incentivare queste realtà a migliorarsi dal punto di vista ambientale, sociale e di gestione”.

L’assicurazione diventa quindi “più un servizio che valorizza i comportamenti responsabili di ciascuno”, sottolinea Gianni Fortunati, direttore generale di CAES. Che ricorda come il consorzio assicurativo e solidale abbia sempre cercato, nella relazione con il cliente, di introdurre “una logica sulla cultura assicurativa e sulla consapevolezza dell’utilità assicurativa come strumento sociale per sé e per gli altri. Da assicurazione eticamente orientata ci poniamo infatti come attivatori di un processo di etica assicurativa con l’obiettivo di promuovere e di consolidare tali percorsi virtuosi, anche attraverso la creazione di un movimento di consumatori assicurativi consapevoli”.

“Il Rating di Sostenibilità, stimolato dall’attribuzione di agevolazioni economiche e servizi aggiuntivi per chi lo alimenta, rappresenta una via nuova per indurre le imprese a investire su azioni responsabili sotto il profilo sociale e ambientale, associando così al proprio e immediato vantaggio un contributo a creare comunità proiettate allo sviluppo sostenibile -aggiunge Roberto Marino, responsabile del dipartimento Proposta di finanza etica di Banca Etica-. Rappresenta una soluzione d’avanguardia che può rivelarsi complementare alla missione di contaminazione della finanza etica, capace in tal modo di produrre una trasformazione indiretta e positiva dell’economia e della società, anche a partire dall’impegno nel settore delle assicurazioni”.

L’istituto di credito ha messo a disposizione di questa iniziativa la propria esperienza nella valutazione sociale e ambientale delle attività economiche e, in particolare, di quelle del Terzo settore: Banca Etica, infatti, sottopone un dettagliato questionario a tutti coloro che si rivolgono ai suoi sportelli per chiedere l’accesso a una linea di credito.