Il consorzio CAES è giunto alla redazione del suo decimo bilancio sociale. Uno documento che per noi è sempre stato un importante strumento di comunicazione. Nel corso degli anni, l’abbiamo arricchito con nuovi indicatori, cercando di misurare gli impatti della nostra attività con attenzione a tutti i nostri stakeholder. L’abbiamo voluto come uno strumento di misurazione del nostro fare assicurazione non solo in senso economico ma anche secondo una logica sociale ed ambientale. Possiamo dire, per molti versi, di essere riusciti a trasmettere le nostre logiche e i nostri valori. Ne è un esempio il fatto che, in diverse occasioni, il nostro bilancio sociale ha ottenuto riconoscimenti e premiazioni.

Abbiamo sempre scelto di redarre il bilancio sociale in autonomia (seppure con il supporto dei nostri consulenti in materia), quest’anno però abbiamo invece voluto farci “guardare dentro” da soggetti terzi per ottenere una valutazione esterna del nostro modo di fare impresa. Abbiamo scelto i consulenti dell’Economia del Bene Comune perché ci sentiamo perfettamente allineati con la visione di un nuovo modello socio-economico, orientato al benessere delle persone e del pianeta. Inoltre, questa ci è sembrata un’ottima opportunità per migliorare la nostra capacità di raccontarci perché è proprio vero che il confronto e la contaminazione con realtà diverse aiuta sempre a guardarsi da un’altra prospettiva.

Ne è emersa un’analisi dettagliata dei nostri comportamenti che, in una logica cooperativa, solidale ed inclusiva, hanno portato alla creazione di valore condiviso per i nostri stakeholder. I confronti e le valutazioni che sono state fatte hanno portato tutta l’azienda a ragionare insieme rispetto a quelli che sono i propri obiettivi di miglioramento. E questo è stato molto importante per non perdere mai di vista i valori e la mission di CAES nell’attività ordinaria di ciascuna persona coinvolta.

Il Bilancio del Bene Comune è uno strumento di rendicontazione strategico e trasformativo, in grado di fornire un quadro completo dello stato dell’arte dell’impresa rispetto alla sua contribuzione al bene comune, guidando l’impresa nell’analisi e nella valutazione della qualità dell’applicazione dei valori fondamentali dell’Economia del Bene Comune: solidarietà e giustizia sociale, sostenibilità ambientale, trasparenze e co-determinazione democratica nella relazione con tutti i gruppi di stakeholder (fornitori, soci e partner finanziari, collaboratori, clienti e utenti, contesto sociale).

“Le aziende oggi mostrano di voler essere anche centro di interessi comuni (bene comune) quali l’ambiente, i clienti, i fornitori e i lavoratori. Per CAES è il decimo anno di bilancio sociale e cinque anni fa abbiamo cominciato a valutare il nostro impatto sociale -scrive Gianni Fortunati, presidente e direttore consorzio CAES, nell’introduzione al bilancio-. Lo scorso anno abbiamo cominciato a riflettere su quanto dichiaravamo potesse essere letto come un esercizio solo autoreferenziale e quindi abbiamo deciso di farci guardare dentro ed accompagnare nella valutazione: abbiamo scelto l’economia del bene comune, un movimento internazionale che propone un modello socio-economico etico in cui l’economia mette al centro il benessere delle persone e del Pianeta”.

Quella che emerge dal Bilancio del Bene Comune è una dettagliata analisi dei comportamenti di CAES che, in una logica cooperativa, solidale e inclusiva, hanno portato alla creazione di valore condiviso per gli stakeholders.

“Dopo ventotto anni di attenzione al terzo settore -così necessario a supportare gran parte delle debolezze e fragilità del nostro Paese e così poco tutelato (ed a volte riconosciuto)- e al consumatore critico, che sa scegliere ogni cosa sulla base del bene comune, CAES prosegue con i fatti a tutelare e premiare in ambito assicurativo le organizzazioni e le persone che agiscono e scelgono con logica critica e con attenzione -conclude Fortunati-. Cerchiamo continuamente relazioni ed interazioni per aumentare la visibilità che ci permette di crescere ma soprattutto di agire una contaminazione positiva. Cerchiamo forza collettiva per raggiungere sempre più persone da coinvolgere ad aggregare nel convincere il disattento a passare dall’indifferenza ancora troppo presente alla consapevolezza necessaria per un cambiamento sempre più urgente”.