Dalla crisi si può uscire insieme e si può farlo acquisendo una maggiore capacità di cooperazione. È con questa idea che Fa’ la cosa giusta!, l’appuntamento dedicato all’economia solidale, ha deciso di non arrendersi di fronte alla situazione di emergenza sanitaria e di trasferirsi online. Dal 20 al 29 novembre torna l’incontro dedicato al consumo critico e agli stili di vita responsabili: pur rinunciando agli spazi della tradizionale fiera, Fa la cosa giusta! non rinuncia alla possibilità di incontrarsi a distanza per ragionare insieme scambiandosi esperienze e informazioni preziose.

In una settimana e due weekend sono organizzati cento incontri. Si dividono in tre sezioni: “Ripartire dai territori” per capire come rinascono le aree abbandonate e come piccole imprese locali e progetti turistici possano contribuire a rilanciare l’Italia; “Ecosistemi e innovazione” per riflettere insieme sulla salute del nostro Pianeta e comprendere il potenziale dell’innovazione scientifica; “Covid-19” per rileggere la società e approfondire le mutazioni del tessuto sociale ed economico degli ultimi mesi.

Si parte venerdì 20 novembre con l’incontro “Oasi di resilienza, orti, cibo e circolarità: spunti per le scuole e i cittadini”. Al centro della tavola rotonda il programma ForestaMi avviato dal Comune di Milano per incrementare il verde pubblico. E si prosegue con gli incontri dedicati alle esperienze legate ai territori, dai più marginali a quelli di prossimità come i quartieri cittadini; territori dimenticati ma ricchi di patrimoni inestimabili, cantieri di idee capaci di riattivare l’economia. È il caso dell’evento “Dal lago Ceresio al Maggiore passando per la pianura Padana” in cui si parlerà della via Francisca o dell’evento “Via Francigena del Sud: siete pronti a camminare?” sui 900 chilometri che separano Roma dal punto di arrivo di Santa Maria di Leuca, ora meta di tanti camminatori italiani e non solo.

Domenica 25 novembre si terrà l’incontro “L’alfabeto pandemico: nuove parole per leggere la società post-pandemia” sulle parole per costruire nuovi immaginari risultato di una progettazione, condivisa e aperta, avviata durante il lockdown. Negli scorsi mesi di marco e aprile Lo Stato dei luoghi –la Rete nazionale di attivatori di luoghi e spazi rigenerati a base culturale– ha promosso la creazione collaborativa di un alfabeto per cogliere come stesse cambiando la percezione dello spazio comune nello “stato di sospensione domestica” in cui ci trovavamo.

Un modo per non perdere le parole perché possederle, quando la pandemia sarà finita, “significherà avere nuovi strumenti di lettura del reale, nuovi immaginari e nuove azioni. Serve a non dimenticare l’effervescenza di pensiero di questi giorni, a non perdere le intuizioni, le visioni, a tenerle strette ed essere pronti ad affermare posizioni radicali. Serve a non tornare indietro senza cambiare”.