15 Novembre 2021

E' uscito il nuovo Rapporto di Insure Our Future su assicurazioni e clima

E' uscito il nuovo Rapporto di Insure Our Future su assicurazioni e clima .

Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di taglio delle emissioni di CO2 fissati dalla Conferenza di Parigi del 2015 e mantenere l’innalzamento medio della temperatura globale entro 1,5 gradi dall’età pre-industriale è necessario ridurre la produzione di carbone, olio e gas del 6% all’anno per i prossimi 10 anni. Tuttavia, il mondo non sembra andare nella direzione auspicata: invece di ridurre l’estrazione e chiudere le miniere, le proiezioni parlano di un aumento medio della produzione di combustibili fossili del 2% all’anno.

In questo scenario, le compagnie assicurative “in quanto gestori del rischio delle società, hanno responsabilità di sostenere attivamente l’azione globale per evitare il collasso del clima. E hanno il potere di guidare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”, si legge nel rapporto, denominato “Fossil fuels and climate change”, promosso dalla campagna Insure Our Future di cui fanno parte anche ReCommon e Greenpeace. Il report -che è stato presentato in occasione della Cop di Glasgow, classifica le 30 principali compagnie assicurative a livello mondiale valutando le loro policy in tema di sottoscrizione e investimenti in combustibili fossili.

La buona notizia è che assicurare il carbone è sempre più difficile (anche se realtà come la statunitense AIG o compagnie specializzate continuano a farlo): dal 2017 a oggi 35 compagnie assicurative non garantiscono più coperture ai progetti minerari per l’estrazione di carbone. Le compagnie impegnate in questo tipo di progetti -si legge nel report- ora devono far fronte a un aumento dei prezzi, hanno coperture ridotte e devono affrontare ricerche più lunghe per trovare una compagnia che le assicuri”. Tuttavia, sottolineano gli autori del report “il settore delle assicurazioni non sta facendo quasi nulla per prevenire l’aumento della produzione di petrolio e gas naturale”.

Al momento solo Axa, Generali e Suncorp hanno adottato politiche per interrompere la copertura di alcuni o tutti i nuovi progetti di produzione di petrolio e gas, anche se 14 assicuratori hanno limitato la copertura assicurativa per i progetti di estrazione del petrolio da sabbie bituminose. Per contro Allianz, Munich Re e Zurich hanno fornito da sole più del 20% delle coperture assicurativa a progetti per l’estrazione di petrolio e gas. Questo nonostante le tre società siano tra i fondatori del “Net-zero alliance, una rete di società che ha come obiettivo quello di allineare i propri portafogli con l’obiettivo di mantenere l’aumento delle temperature globali al di sotto di 1,5 gradi centigradi.

Ad aprile 2021 la campagna “Insure our future” aveva lanciato un appello all’industria delle assicurazioni per allinearsi con gli obiettivi fissati dagli Accordi di Parigi. Nello specifico, i promotori dell’appello chiedevano al settore di interrompere immediatamente di erogare i propri servizi a nuovi progetti (o all’espansione di progetti già attivi) per l’estrazione di carbone, petrolio e gas naturale. Cessare immediatamente di assicurare le compagnie del carbone, a meno che non abbiano un piano di uscita dal carbone che si impegni a chiudere tutte le attività legate al carbone entro il 2030 nei paesi UE/OCSE ed entro il 2040 a livello globale. Dismettere tutti gli asset, compresi quelli gestiti per conto terzi, da compagnie del carbone, del petrolio e del gas che non sono allineate con un percorso di 1,5 gradi. Ultimo, ma non meno importante, stabilire meccanismi per assicurare che i clienti rispettino e osservino tutti i diritti umani, compreso il diritto delle popolazioni indigene al consenso libero, preventivo e informato.

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